UNA SCOMODA VERITA' (AN INCONVENIENT TRUTH) |
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di Davis Guggenheim, con Al Gore
(Stati Uniti, 2006)
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Questo documentario è una specie di capolavoro. Se diciamo una specie è perché, da un punto di vista strettamente cinematografico, si tratta di un documentario apparentemente normale. Ma se diciamo apparentemente è perchè potremmo dissertare a lungo su quali siano veramente i film in un anno che dovremmo vedere assolutamente
La verità scomoda del titolo è quella che va ripetendo incessantemente da una quindicina di anni, sul filo di migliaia di conferenze in ogni angolo del mondo, colui che si definisce l'ex futuro presidente. Quel Al Gore battuto per un pugno più che discusso di schede alle presidenziali del duemila; e che molti considerarono allora altrettanto insipido del suo legnoso antagonista. UNA SCOMODA VERITA' dimostra innanzitutto quanto affrettati siano certi giudizi dettati da una visione filtrata dai mezzi di comunicazione: la chiarezza alleata alla serenità, l'energia mai disgiunta da un humour insospettabile, l'efficacia angosciante del suo grido di allarme sulla distruzione del pianeta in seguito al riscaldamento globale costituisce l'impareggiabile motore portante del film. Con il rigore inoppugnabile che un'esistenza ormai destinata al tema deve aver forgiato, Al Gore ci spiega che abbiamo ancora dieci anni di tempo; ma che ognuno di noi è in grado di fare qualcosa. Argomenti che forse conoscevamo: ma che la razionalità metodicamente tranquilla del film decuplicano in emozione. Per il documentarista del partito democratico Davis Guggenheim non si tratta allora di limitarsi a riprendere l'eloquenza dell'ex vice presidente: ma di inserirne progressivamente la figura ed il privato nella morale del film. Un ritratto che si inserisce con ammirevole fluidità del ragazzino cresciuto nella piantagione di tabacco del padre: ma di un quadro fin troppo idilliaco che si frantuma bruscamente quando l'impresa verrà interrotta in seguito alla morte della sorella per un cancro ai polmoni. Avvenimenti privati che si organizzano con quelli della cornice pubblica utilizzando (meno spettacolarmente, ma altrettanto efficacemente che nei film di Michael Moore) il montaggio, una scelta funzionale delle inquadrature piuttosto che il ricorso al disegno animato. E che in quella crescente armonia che nasce fra il ritratto di una lucidità tranquilla e l'evocazione di un'apocalisse tremenda trova la chiave per coinvolgerci in una recita drammatica alla quale tutti dovremo prima o poi partecipare.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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